Una natura ricca e generosa come quella delle Valli dei Monti Peloritani dona frutti e sapori a cui non si può rinunciare. Il profumo inconfondibile del limone interdonato, presidio Slow Food® a marchio IGP di esclusiva provenienza locale, il gusto intenso e delicato dell’olio d’oliva Valdemone DOP, la ricchezza del patrimonio ittico locale e la gamma di vini di qualità DOC Mamertino e Faro: le Valli dei Miti e della Bellezza sono una gioia per occhi e palato.

pagina prodotti tipici

Alla vocazione agricola di gran parte dei territori che compongono il Gal Peloritani corrisponde un comparto caratterizzato da coltivazioni di diversa tipologia accomunate da una qualità eccezionalmente elevata: alle produzioni ottenute per mezzo del metodo biologico (ai sensi dei Regolamenti CE 2092/91 e CE n. 834/07), si aggiungono infatti alcuni importantissimi prodotti DOP e IGP (riconosciuti ai sensi del Regolamento CE n. 510/2006) che costituiscono il fiore all’occhiello delle produzioni locali.


LE PRODUZIONI BIOLOGICHE

In relazione alle zone di provenienza si individuano parecchie tipologie di produzioni bio. In primis i vigneti dai quali, oltre al Mamertino DOC, si producono ottime qualità di vini biologici (soprattutto nel territorio di Santa Lucia del Mela, ma anche Furnari, Valdina e Pace del Mela).

In tutta l’area sono molto diffusi gli uliveti a coltivazione biologica, con le tipiche varietà dell’Ogliarola Messinese (in assoluto la più diffusa nella zona) e della Santagatese. Accanto a queste due produzioni principali si accostano, in ordine di importanza per l’area, i noccioleti (localizzati in particolar modo nel territorio di Fondachelli Fantina ed in quello di Antillo e della Valle del Nisi) e gli agrumeti (perlopiù nell’area di Furnari e Pace del Mela), i frutteti vari (tra i quali spiccano le pesche di Valdina, le ciliegie di Antillo e Fondachelli Fantina) e gli ortaggi (soprattutto a Valdina).

Nelle aree più “rurali”, quali Fondachelli Fantina e Antillo (ma anche alcune porzioni del territorio di Santa Lucia del Mela) sono frequenti le fasce coltivate a cereali e frumento ed i pascoli dove si allevano bovini, ovini e caprini (ma anche, in parte, suini, equini e avicoli) per ricavarne poi prodotti caseari realizzati ancora attraverso le tradizionali tecniche biologiche locali.


VINO MAMERTINO DOC

Prodotto di punta, il Mamertino DOC costituisce uno dei marchi più rappresentativi dell’area in questione, grazie alle sue peculiarità organolettiche, ma anche per la storia da cui deriva.

Le origini della coltivazione di tali vitini risale infatti all’antichità romana ed è proseguita fino ad oggi mantenendo in gran parte metodologie e caratteri di un tempo. In base alle fonti già nel 289 A.C. i Mamertini, (cioè figli di Marte) soldati mercenari che avranno poi un ruolo di primo piano nella I Guerra Punica contro i Cartaginesi, cominciarono a piantare nel territorio dell’area (in particolare nelle colline attorno a Milazzo) una varietà di vite straordinariamente pregevole, in grado di produrre un vino “caldo, generoso e confortevole”.

Il Mamertino DOC rappresenta oggi il simbolo della tradizione agricolo-produttiva dell’area in questione, soprattutto da quando, il 27/05/2004, il Comitato Nazionale ha deliberato favorevolmente al riconoscimento dei vini DOC “Mamertino di Milazzo” o Mamertino (rif. G.U.R.I. n° 214 del 11/09/2004)


VINO SICILIA IGT

Più generico, ma altrettanto più diffuso, è il vino di Indicazione Geografica Tipica (IGT), denominato “Sicilia” (G.U. n. 269 del 17/11/1995) che costituisce un’altra delle produzioni di qualità dell’area ricompresa all’interno del progetto. L’IGT Sicilia Bianco è ideale come vino da dessert in accompagnamento di pasticceria secca e anche di dolci più impegnativi. Inoltre può essere degustato in abbinamento con insalate di mare, involtini di melanzane, frutti di mare cotti, pesce spada e contorni di verdure cotte.

L’IGT Sicilia Rosso, potente e strutturato, va abbinato ai piatti di carne, in particolare di agnello e di capretto, arrosto o al forno. Ottimo per accompagnare i formaggi stagionati, preferibilmente di latte di pecora, e in particolare il Ragusano Minorchino.


OLIO VALDEMONE DOP

Anche l’olio, l’altro prodotto principale dell’area, presenta un’origine di carattere storico che risale indietro nel tempo. In passato infatti, e fino al XIX secolo, il Valdemone rappresentava una circoscrizione amministrativo-finanziaria localizzata nella parte nord orientale della Sicilia, definita dal suo nome originario “Vallis Nemorum”, a testimonianza della ricchezza forestale della regione.

L’olivo venne introdotto nell’isola dai Fenici e successivamente attecchì e si diffuse anche nell’area in questione grazie alla dominazione dei Greci e sotto i romani. Questi ultimi si occuparono del commercio dell’olio locale in tutto il Mediterraneo, trasportandolo sulle cosiddette navi olearie, imbarcazioni di grossa stazza in grado di trasportare migliaia di anfore.

Il Valdemone DOP (rif. Reg. CE n. 205 del 4.02.05 – G.U.C.E. L. 33 del 5.02.05) presenta colore verde, con tonalità da gialle a giallo-oliva, un profumo più o meno intenso di olive appena raccolte, accompagnato da sentori di erbe, foglie e fiori di piante spontanee presenti negli oliveti della provincia di Messina, ed un sapore di olive fresche appena raccolte, con leggera sensazione di amaro. L’olio extravergine di oliva a denominazione di origine protetta «Valdemone» è ottenuto dalle varietà di olivo: Santagatese e Minuta presenti negli oliveti, da soli o disgiuntamente, nella misura minima del 70%. Ottimo utilizzato a crudo, l’olio extravergine Valdemone DOP esprime decisamente appieno le proprie caratteristiche se accompagna i piatti della tradizione culinaria siciliana.


LIMONE INTERDONATO MESSINA IGP

Il prodotto di punta del territorio jonico, presente soprattutto nell’area costiera pianeggiante ed in alcune porzioni delle valli fluviali che risalgono verso l’entroterra, è rappresentato dal Limone Interdonato IGP (rif. Regolamento CE n. 1081/2009 del 11/11/2009 e GUCE L 295 del 12/12/2009).

Presidio comunitario di Indicazione Geografica Protetta (IGP) il limone Interdonato è un ibrido naturale tra il cedro e un limone di varietà “ariddaru” individuato dal colonnello ex-garibaldino G. Interdonato che, al termine della carriera, decise di dedicarsi ai suoi agrumeti nella valle del Nisi. Si tratta di frutti profumatissimi, dalla buccia giallo-dorata, delicati e poco aciduli, succosi e ricchi di vitamine, che maturano tra Settembre e Ottobre. L’Interdonato interessa anche la piccola trasformazione grazie alla produzione di marmellate, creme a base alcolica, il limoncello, ma anche salame al limone, sapone ed altre sperimentazioni. Il limone Interdonato rappresenta un vero e proprio “prodotto di nicchia”, una produzione di alta qualità e di comprovata tracciabilità di filiera. Attualmente a livello locale è stato anche costituito il Consorzio di Tutela del Limone Interdonato di Sicilia.


FORMAGGIO MAIORCHINO DOP

In Italia esiste una grande varietà di pecorini, tutti caratteristici di particolari aree o di determinate razze ovine. Il pecorino siciliano assume nomi diversi a seconda del luogo di produzione ma il processo di lavorazione varia di poco da zona a zona.

Particolare rilevanza tra i “Formaggi Storici” della zona montuosa dove si incontrano le catene dei Nebrodi e dei Peloritani merita il cosiddetto maiorchino di Novara di Sicilia.

La storia di questi luoghi passa attraverso i resti di insediamenti greco-romani, bizantini e musulmani, per poi identificarsi nei borghi medievali scoscesi, nelle chiese barocche, nei conventi, nelle vecchie e signorili abitazioni, e nel castello normanno sul Colle Mankarruna.

In questo territorio, da febbraio fino alla seconda decade di giugno, si produce il “Maiorchino”: formaggio pecorino a pasta dura, prodotto con latte crudo di pecora della razza Pinzirita a cui tradizionalmente si aggiunge il latte caprino della razza Messinese, utilizzando complesse tecniche di lavorazione tramandate di generazione in generazione.

Il Maiorchino, si distingue dagli altri pecorini siciliani per le sue caratteristiche organolettiche uniche e per l’eccezionale dimensione delle forme. Queste ultime difatti possono raggiunge i 35 centimetri di diametro ed i 12 di scalzo e non pesano meno di 10 kg raggiungendo, a volte, anche i 18 kg. Proprio queste eccezionali dimensioni della forma consentono al formaggio di affrontare una lunga stagionatura che da un minimo di 8 mesi può arrivare anche ai 24 mesi.